Come Funziona l’Ufficio Stile in un’azienda di moda

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Il designer, nell’immaginario collettivo, è la figura più rilevante all’interno di una casa di moda.
Ed in effetti l’Ufficio Stile rappresenta l’anima creativa della Maison. Ma lo stilista non si occupa solo di disegnare abiti da favola: le sue attività vanno dalla pianificazione alla progettazione, senza dimenticare l’indispensabile allineamento con il management.
Come funziona quindi un Ufficio Stile? Quali figure comprende? Quali sono le sue attività nel quotidiano?E qual è la formazione giusta per diventare designer? A queste ed altre domande ha risposto Alessandro Biasi, designer del marchio A-Lab.

Ciao Alessandro! Ci racconti in poche parole cosa fa uno stilista?

Lo stilista crea un abito o, più spesso, un’intera collezione declinando un tema di ricerca in una proposta dedicata ad un determinato segmento di mercato

Qual è il ruolo dello stilista dentro a un’azienda di moda? Chi sono i suoi collaboratori?

La struttura dell’Ufficio Stile dipende molto dalla dimensione dell’azienda.
Nelle case di moda più grandi, gli stilisti lavorando in squadre (junior e senior designer) dedicate alle varie categorie di prodotto. A capo di ogni team c’è l’ head-designer della specifica categoria/collezione: il Direttore Creativo coordina tutti queste figure assicurando la coerenza  dell’intera proposta del brand.
Negli ultimi anni poi si sono affermate figure di Direttori Creativi che si occupano anche di immagine e comunicazione, scattando per esempio le immagini di campagna o curando in prima persona eventi e comunicazione.

Il base alla struttura aziendale e alle caratteristiche di ogni Casa di moda, nell’Ufficio Stile posso essere presenti altre figure. Per esempio il Textile Designer, che si occupa di grafiche e stampe sui tessuti, il Technical Designer, responsabile dei disegni tecnici necessari al lancio delle produzioni, diversi responsabili per la scelta e le campionature di Tessuti e Ricami, un Product Manager che si interfaccia con fornitori, produttori e modellisti per rendere i capi commercializzabili e il Merchandiser che sviluppa l’idea principale di collezione in una serie di proposte commerciali.

Ovviamente, piccolo è il marchio, più queste figure e competenze si concentrano.

Ci spieghi quali sono i passi che portano dall’idea alla realizzazione di un abito pronto per la campagna vendite?

Di solito, il primo step “pratico” dopo la fase di ricerca e ideazione è lo sviluppo di un cartamodello che dà origine ad una prima tela di prova, una sorta di bozza 3d del capo.
Questa viene sdifettata o modificata, per scelte stilistiche o per necessità ergonomiche.
Le modifiche necessarie vengono riportate sul cartamodello, che serve per realizzare il primo prototipo.
In questa fase, possono essere realizzati prototipi con diverse tipologie di tessuto, per valutare la resa migliore. La confezione si arricchisce inoltre di dettagli (zip, impunture, bottoni…) dando origine ad un vero e proprio capo finito.
Solo a questo punto, se non occorrono ulteriori modifiche, si realizza il campione che verrà presentato agli acquirenti in showroom o durante la sfilata.

Quali sono i pro e i contro, per un designer, di lavorare in una grande azienda VS lavorare in un piccolo marchio?

La più grande opportunità offerta dal lavoro in aziende strutturate è la disponibilità di budget cospicui, che consentono un’ampia libertà creativa e di sperimentazione.
L’altro lato della medaglia è però una grande complessità del lavoro: ogni scelta deve  sottostare a moltissimi step di approvazione, che spesso rendono incerta la possibilità di vedere la propria idea originaria realizzata nel capo finito.

Lavorare in un marchio di dimensioni più contenute offre invece un diretto controllo di tutte le fasi di lavorazione, e la possibilità di proporre le proprie idee in maniera più immediata, benché comporti un enorme carico di lavoro organizzativo e una decisa propensione al multistasking.

Qual è la formazione giusta per diventare designer? E quali sono secondo te le doti personali indispensabili per questo profilo?

Non credo si possa individuare una strada unica per prepararsi a questo lavoro.
La Storia della Moda ci ha dimostrato più volte che spesso chi fa questo lavoro arriva da altri settori.
Ovviamente una scuola di Moda può dare delle solide fondamenta per cominciare il percorso. Quello che suggerisco sempre ai miei studenti è di coltivare un’attitudine di ascolto verso i mutamenti della società e di mantenere sempre una visione apera

Bonus: il tuo un consiglio personale a chi desidera intraprendere questa strada.

Vai avanti per la tua strada senza guardati indietro.
E non farti prendere alla sprovvista dagli ostacoli: ce ne sono mille lungo il percorso, è meglio essere preparati!

Words Elisa Motterle

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